Ecco perché un ragazzo scrive racconti, o diari, o romanzi
addirittura: per essere ascoltato. Gli autori di questi scritti
non sono solo Federica, Francesca, Davide, Mariangela,
Federica, Giorgia e Paola; sono tutti gli adolescenti che
hanno trovato nei compagni la voce che per loro parla.
Non tutti, non sempre, non a tutte le età, i ragazzi
si confi dano coi genitori, ma, anche se lo fanno, c'è
sempre una parte segreta e misteriosa che ciascuno tiene
per sé. Occorre avvedersene. I ragazzi vanno innanzitutto
ascoltati, e ascolto non signifi ca porgere l'orecchio alle loro
confi denze, ma osservarli attentamente, offrire loro una
silenziosa partecipazione, che viene dall'interno. Bisogna
capire i segnali.
Oggi quello di cui si narra è il desiderio di dialogo, cioè
di amicizia e di amore, e la sensazione che sia impossibile
ottenerlo.
Primo passo per la creazione di una comunicazione vera è
imparare ad ascoltare. E ascoltare signifi ca aprirsi veramente
al mondo, alla sua varietà, al suo bianco e nero, signifi ca
leggere e capire le parole di una canzone, signifi ca essere
incuriositi da una lettura, signifi ca -fermarsi- un poco ogni
tanto. Fermarsi sugli altri che ci aprono altri mondi,
e che ci rimandano al nostro.