Lo scopo dello scritto è quello di dare alla gente di paese una storia, per sentirsi
effettivamente parte di un qualcosa, di una realtà, di una rinata comunità.
Nella stesura di questo libro mi sono trovato di fronte ad un bivio: scrivere un lavoro scientifico, con un gergo tecnico e preciso, oppure scrivere un qualcosa che tutti potessero capire?
Ho deciso così di utilizzare una via di mezzo: buon apparato teorico unito ad una prosa abbastanza -giornalistica-, che permettesse
a tutti di comprendere anche le teorie più complesse.
Lo scopo di questo volume non è quindi quello di realizzare esclusivamente un'impeccabile indagine etnografica spendibile in ambito accademico, ma incomprensibile ai più. Con questo testo ho voluto far sentire i Piedimuleresi parte
di una comunità che ormai sta scomparendo.
Il libro si articola in diverse parti, di per sé autonome, ma collegate da un sottile file rouge ovvero il legame tra gente e paese. Si può direche questo libro -oscilla-, -traballa-, o se preferite si -barcamena-, tra queste due categorie: le
persone, e la cultura che queste persone hanno prodotto, ed il paese, ovvero il
territorio che hanno costruito. Costruito sotto tutti gli aspetti, non solo quello infrastrutturale
o urbanistico. Un territorio si costruisce infatti anche, e soprattutto, simbolicamente,tracciando confini tra il Noi e l'Alterità, confini che separano un dentro ed un fuori, un buono ed un cattivo.