Renzo Bellone ha 37 anni ed è un portatore di handicap (ha una gamba lunga la metà dell’altra). Con le stampelle ha scalato il Monte Rosa ma non riesce a ottenere un posto di lavoro.
Una mattina di marzo viene trovato impiccato. La lettera di addio è indirizzata a Riccardo DeVitt, ex socio nella cooperativa da loro fondata e, ora, cronista di provincia. Il giornalista ripercorre la storia della loro amicizia, dei loro tentativi di cambiare il piccolo mondo affacciato sul Lago Maggiore. Vuole cercare di capire perché si può odiare la propria città, Verbania, al punto di scegliere di suicidarsi per protesta. Ma Renzo si è ucciso per quel motivo? Una ricerca della verità attraverso un’analisi della società italiana degli ultimi trent’anni.
Un irriverente romanzo tra politica, religione, amori, sogni, velleità imprenditoriali e artistiche, finti matrimoni e partite nella nebbia, vecchie bici da corsa e fumetti “Squalo”.
Renato Brignone
È stato cantante rock e presidente di cooperativa sociale. Per non mancare alla parola data ha percorso con le grucce il cammino dal Lago Maggiore a Roma. Atleta disabile, dallo sci all’alpinismo, vive tra Verbania e la Val d’Ossola, dov’è operaio in un’azienda chimica.
Segni particolari: due stampelle e una moto Guzzi.
Riccardo DeVitt
Personaggio letterario, emigrato dall’Australia al Lago Maggiore, vanta la capacità di possedere aspiranti narratori di umane vicende. Lo scrittore Honorio Suarez ha detto di lui: “No es posible”. “Non è cambiato niente” è il loro primo e ultimo romanzo.
Il blog di “Non è cambiato niente” è http://renzobellone.blog.tiscali.it