L’opera ispiratrice di questo breve saggio - il ramo d’oro - trae origine dalla leggenda del ramo d’oro che Enea colse, su invito della Sibilla, prima di accingersi al viaggio nel regno dei morti. Secondo gli antichi, a questa leggenda era collegata l’usanza per cui solo chi fosse riuscito a strappare un ramo dall'albero, che cresceva nel recinto del santuario di Diana a Nemi, poteva essere il "re del bosco". Colpito da questa credenza, l’ antropologo Frazer iniziò ad indagare i motivi che potevano averla ispirata, confrontando miti e riti di ogni tempo e luogo, il folklore, vale a dire le sopravvivenze che tuttora rimangono nel seno delle nostre civiltà. Anche le mie studentesse hanno iniziato ad indagare nel loro contesto culturale colpite proprio da quelle credenze i cui motivi hanno cercato di comprendere e spiegare. Le radici cultuali e religiose della maggior parte dei popoli del mondo sono una fonte di acqua viva cui attingere per conoscere e comprendere una società, ma la cultura di un popolo può non evolversi o evolversi più lentamente se non avvengono eventi di rottura; pertanto, ai giovani, alle mie studentesse, è data la possibilità di poter scrivere e (ri)scrivere, ancora, su quelle pagine bianche che sono voce ed espressione dell'umanità.