-La poesia napoletana ha sempre teso ad imitare i canoni dei
grandi del passato, da Viviani e Di Giacomo fino al più recente
Eduardo, ma la mia opera, seppur inevitabilmente condizionata da
questi irreprensibili "mostri sacri" (e forse anche di più dalle note
di Pino Daniele), non vuole essere altro che lo specchio di
un'anima in conflitto tra la gioia ed il dolore, la pesantezza di certe notti e la leggerezza di taluni giorni.-