Il libro, non vuole essere la storia di Padre Michelangelo, anche perché ci vorrebbero molte più pagine per descrivere quello che il frate di Cuzzego ha
fatto per la sua Parrocchia; ma è fuori discussione che Padre Michelangelo e la
Cappuccina sono, e rimarranno, un binomio inscindibile.
Chiudevamo con queste parole la prefazione al nostro precedente
lavoro, -Da Abissinia a Cappuccina-, di cui questo scritto è una
sistematica rielaborazione. Solo che questo volume è veramente un libro su Padre Michelangelo, una sua biografia. Ma, come nell'altro caso, parlare del fraticello di Cuzzego significa parlare anche, e forse soprattutto, di Cappuccina, del quartiere etnico da lui creato.
Questo libro parte da una prospettiva un po' particolare: il racconto
inizia dalla fine della vita di Michelangelo, dall'ansia che attanagliava la città sulle sorti del suo illustre e benemerito concittadino. Il tutto partendo dall'analisi dei mass media, dei discorsi delle autorità presenti ai funerali, raccontando le cerimonie e persino i testi degli SMS (potere della tecnologia!) inviati dagli stessi frati per comunicare la triste notizia
del decesso del loro -padre spirituale-.
La seconda parte di questo volume ritorna quindi indietro nel tempo
a quando un giovane di Cuzzego decise di prendere i voti francescani
e di cambiare il suo nome in Michelangelo. Il rapporto con la madre,
le necessità del nuovo quartiere in cui si era insediato, la storia della Cappuccina partendo dalle messe celebrate in garage sino ad arrivare alla costruzione della chiesa, le continue questue, le emergenze sociali,sino ad arrivare al Trenino dei Bimbi ed al rapporto con Oscar Luigi Scalfaro. Sono questi alcuni dei temi principali trattati nel volume.
Non poteva mancare una parte di approfondimento e di analisi del
fenomeno. Come nel precedente lavoro si è ricorsi alle scienze sociali, ma in maniera molto più funzionale alla narrazione, semplificando e riscrivendo gran parte del testo. Il tutto corredato da una serie di dati tecnici sulle migrazioni attuali, per porre l'accento su come l'operato di padre Michelangelo non si sia esaurito con la sua morte, ma che sia stato alla base di tutte le varie attività di integrazione che ancora oggi 10
vengono svolte. Una parte di analisi molto breve e stringata, così come la bibliografia, proprio per fornire le basi della tematica. Breve il testo ma altisonante il titolo: -Padre Michelangelo ed i suoi miracoli di integrazione-.
Proprio perché integrare nel tessuto sociale ossolano un'alterità
così estrema come quella dei meridionali, a cui spesso non si affittavano le case, è veramente un miracolo.
Concludiamo con un'appendice fotografica ed una bibliografia essenziale.
Questa decisione è stata dettata dalla volontà di dare spazio
alle immagini ed al loro potere evocativo: viviamo in una società dell'immagine, dove televisione ed arti visive hanno soppiantato le altre forme di intrattenimento. D'altra parte anche lo stesso funerale è stato un evento mediatico. Basta ricordare cosa era successo con i funerali di Papa Giovanni Paolo II. Ed in effetti, se vogliamo, possiamo trovare degli elementi in comune in entrambe le cerimonie, così come nella vita di questi due uomini straordinari: il carattere burbero, la malattia e la sofferenza degli ultimi anni, la trepidazione durante la loro agonia, le grandi opere portate a termine durante la loro vita. Fino a concludere
con la loro bara, contenente le spoglie mortali, molto semplici, posate a terra in segno di estrema umiltà. Quella stessa umiltà e disponibilità verso il prossimo che aveva caratterizzato le loro vite.